Non bevete che domani dovete andare a votare.

NO DRUGS

Divagando tra i comuni pensieri che possono passare per la testa di uno studente che sta andando a prendere il bus per tornare a casa dopo la lezione che ha frequentato nonostante la notte prima fosse ubriaco marcio e gonfio di thc, aggiungiamo anche che lo studente in questione ha subito un trauma cranico cadendo (ubriaco, chiaro) qualche giorno prima, – poiché non ci piace riesumare termini arcaici come “vigilia di Ognisanti” la identificheremo come “notte di Halloween”, anche perché, diciamolo, se si possono far perdere punti alle tradizioni cristiane non ci offendiamo, e anche perché, diciamolo, le tradizioni ci stanno un po’ sul cazzo – mi è tornato alla mente l’argomento di cui si stava disquisendo la sera prima. Dico disquisendo perché fa più intellettuale, stile caffé francese illuminista, o sala da tè vittoriana. E lo metto in corsivo perché l’effetto estetico fa più figo intellettuale, ovviamente… Dicevo, mi sono soffermato a pensare all’argomento di cui si disquisiva: la possibilità e l’impossibilità di vivere una vita senza droghe. Lucida. Senza neanche alcool.

La domanda ovvia è: come funzionano le persone che passano il tempo senza fumare erba o bere un paio di bicchieri di birra o vino abitualmente? Come pensano? Sono molto stressati? Come alleviano lo stress? Come passano il tempo? Come sfuggono alla noia? Come si divertono? Oppure, come fanno a divertirsi?

La questione si può analizzare da più punti di vista.

Ieri ero troppo alticcio per fare una riflessione che si allontanasse dal classico discorso politico liberal simil-trainspotting oggi banalmente condiviso da molti giovani, questo pomeriggio invece sono arrivato ad una conclusione, o ad una nuova domanda, diversa che però non voglio anticipare.

Ora come ora penso proprio di non riuscire a vivere senza droghe. Non parlo di dipendenza, non sono ubriaco o fatto tutti i giorni e riesco a passare buone giornate anche senza l’ausilio di sostanze terapeutiche.

Il problema di fondo è un altro.

Se posso, bevo o fumo tutti i giorni, certamente cerco di regolarmi. Ma quando capitano quei momenti di vuoto, in cui hai finito le lezioni, hai pranzato alle 15.30, non hai nulla da studiare o non ne hai voglia, la tua chitarra ha una corda rotta e anche se non l’avesse non ti intratterrebbe comunque per più di una ventina di minuti, la cosa più interessante da vedere in tv è Geordie Shore e la tua città non offre nulla di interessante ai giovani a meno che non ti piacciano i centri commerciali, ecco, in quel momento mi fumerei una cannetta.

Ora, uno spinello ci vorrebbe.

Potrebbe cambiare le prospettive. Potrei accontentarmi di stare seduto ad ascoltare musica, potrebbero venirmi in mente melodie da riprodurre con la chitarra, potrei passare un’ora disegnando, leggendo o studiando senza annoiarmi, assopirebbe parzialmente il mio senso critico e il mio logorante spirito ambizioso che mi impedisce di accontentarmi della noia e del non fare nulla o che mi impedisce di accontentarmi e basta.

Ci sono persone a cui fumare abitualmente fa bene, io penso di essere una di quelle.

Molte persone lucide non perderebbero tempo e si metterebbero a studiare, altre passerebbero il tempo attivamente su facebook, altre giocherebbero a videogiochi per ore, altre farebbero sport, alcuni avranno persone da incontrare e posti interessanti da vedere che io non conosco, altri non si annoierebbero dove mi annoio io e una buona parte probabilmente ambirebbe al panino di un fastfood di qualche centro commerciale della zona o troverebbe interessante fissare le vetrine.

Ma non è così semplice. C’è un altro fattore da considerare: il fattore scimmia.

La scimmia è costruirsi un’abitudine, un mantra, una preghiera, una pausa di riflessione. Fumare 10 sigarette in una sera, bere una caffettiera di caffè mentre si studia o un litro di succo multi-vitaminico mentre si sta leggendo un libro o mangiare un pacco di Ringo mentre si gioca a Call Of Duty. Oppure fumare 5 canne in una sera, magari mentre si studia, bere una bottiglia di vino a cena o un pacco da sei birre mentre si guarda un film.

La seconda opzione mi garba di più, ma non è questo il punto… Scandiamo inesorabilmente il nostro tempo, alcune volte non ce ne rendiamo neanche conto.

Scimmia di facebook, scimmia di videogiochi, scimmia di giochi di ruolo online, scimmia di shopping, scimmia di vedere posti e persone nuovi, scimmia di caffè, scimmia di succo di frutta, scimmia di sigarette, scimmia di porri, scimmia di una birra fresca dopo aver studiato… Scimmia di fare.

Cerchiamo di impegnare il tempo.

Credo che la noia sia un quesito portante nella società della della produttività ottimista-progressista fast-life-multi-tasking del mondo globalizzato moderno – L’inglese fa più interfaccia-uomo-macchina. – Siamo ossessionati dal fare. Pruduce! Produce! Produce!

Cerchiamo di impegnare il tempo in maniera utile.

Ci sono molti modi di “impiegare il tempo in maniera utile” nel sistema fittizio di utilità che abbiamo costruito noi scimmie autodefinite “del mondo occidentale” nella nostra fittizia società occidentale costruita con tanta solidarietà dandoci delle pacche sulle spalle e rassicurandoci con la regola del “se la pensi anche tu come me allora significa che ho ragione”.

Conformismo. Religione. Rapporti di potere. Più spesso sono in pochi a decidere quale sia l’esperienza giusta che tutti condividono solidariamente.

Un tossico è inutile. Uno zingaro è inutile. Un immigrato clandestino è inutile. Un cinese che apre un’attività nel nostro paese occidentale per spendere i suoi guadagni in Cina è inutile. Il negro che vende accendini non funzionanti è inutile. Il giovane che si lamenta per la situazione politica al posto di lavorare o studiare è inutile. Il giovane che studia al posto di lavorare è inutile.

Utile invece è il lavoratore, orgoglio della Nazione, paga le tasse e porta avanti la macchina produttiva della Grande Germania. Utile è la tv da 50 pollici, utile è il Mec, utile è l’Iphone, utile è l’Ipad, utile è l’Ipod…

Quando ti chiedono come stai vogliono sapere quello che hai fatto, non quello che hai pensato. Fatti, non speculazioni. Non puoi fare il nullafacente. Tieniti impegnato.

Make business.

Utile è consumare per impiegare il tempo legalmente scandito in maniera utile e lasciare dietro una scia di rifiuti come la lumaca con la sua bava.

Cosi mi riallaccio al discorso che ho lasciato in sospeso all’inizio della mia divagazione.

Combattiamo contro la noia, consciamente o inconsciamente.

Capovolgendo: Consciamente o inconsciamente, combattiamo contro la noia?

Il mio punto di vista pseudo freudiano mi porterebbe a dire di si, ma questo è come la vedo io.

Forse è la mia stupida aspirazione a vanificare tutto quello che penso e che mi viene proposto che mi impedisce di muovermi spontaneamente in mezzo alla noia. Forse il mio senso critico troppo sviluppato e quindi controproducente mi penalizza, per questo di solito fumo una canna.

Solitamente cerco di impegnare il tempo in maniera produttiva, cercando di portare avanti progetti che potranno darmi un riscontro positivo in un futuro più o meno prossimo, così provo a buttare giù idee, anche se banali, alcune volte per il solo esercizio di produrre, “magari in un secondo momento possono risultare utili”.

Ma da cosa è riempito il divario tra il presente e il futuro prossimo? Da un paio d’ore trascorse o impegnate. Dalla noia. Da un disegno in più appeso sul muro. Da un riff di chitarra in più registrato sul telefono. Da un film in più visto. Dalla corsa al Gamestop per comprare il nuovo GTA. Tutte cose che possono aiutare a trovare punti di vista diversi che potranno tornare utili in futuro. Scandiamo il tempo tra la noia e il dovere.

Ciò che facciamo è fine a se stesso? O non lo è?

Spero che il mio non sia il punto di vista di una persona imbottigliata nel nichilismo passivo shopenhaueriano del tedio e del piacere.

Tutto sommato mi impongo di non cadere di nuovo nel baratro dell’improduttività. Sono solo chiacchiere e distintivo.

Ora, col mio telefono Alcatel, – ovvio che preferirei un Iphone o un Samsung Galaxy che sono pieni di appicazioni interessanti e utili, ma non me lo posso permettere – fumando una sigaretta di trinciato Lucky Strike, mentre scrivo con Open Office sul mio notebook HP , mi faccio una foto che non posso pubblicare su Facebook tramite Instagram perché il mio suddetto telefono non ha un sistema operativo Android.

Non bevete che domani dovete andare a votare.

AUTOMA

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